Paderno Dugnano. Una lettera aperta nel tempo della didattica a distanza.

Paderno Dugnano. Nel tempo dell’educazione a distanza una lettera aperta al Sindaco, agli Assessori, e ai Comitati Genitori.

La lettera che segue vuole essere anche uno spazio di riflessione, aperto a tutti i lavoratori della scuola, agli studenti e ai genitori, in un momento così difficile per tutto il sistema educativo.

 

Gent.mi

Dott.ssa Anna Varisco, Assessore alla Scuola, Cultura, Giovani, Partecipazione, Comunicazione ai Cittadini e Qualità della Vita Comune di Paderno Dugnano.

Dottoressa Antonella Caniato, Assessore al Bilancio, Tributi e Servizi Informatici Comune di Paderno Dugnano, Dirigente Scolastico I.c.s. Allende Paderno Dugnano.

Dottoressa Michela Scorta, Assessore ai Servizi e Politiche Sociali, Famiglia, Diritti Civili, Integrazione Sociale, Comune di Paderno Dugnano.

Dottor Ezio Casati, Sindaco di Paderno Dugnano

Dottor Giovanni Giuranna, Assessore ambiente, ecologia Comune di Paderno Dugnano.

Dottor Alberto Sedini, Dirigente Scolastico Ics De Marchi Paderno Dugnano.

Comitato Genitori Mazzini Incirano

Associazione Genitori Cassina Amata

Associazione Genitori Allende Incirano

Associazione Genitori De Marchi-Curiel

Blog “la scommessa”

Blog “Qui Paderno”

Esprimiamo prima di ogni altro pensiero, la nostra solidarietà a tutti i lavoratori della scuola dagli insegnanti, al personale ATA e amministrativo, ai dirigenti scolastici per lo sforzo profuso in questo tragico periodo, dato il profondo stravolgimento che ha investito il loro lavoro.

Visto l’articolo apparso sul Notiziario il 21 Aprile 2020, in merito alla consegna di 22 supporti informatici per lo studio da casa agli alunni dell’Ics Croci di Calderara (citiamo il Giornale: “Le scuole Croci sono state fra le prime ad organizzarsi con le lezioni a distanza grazie anche all’aiuto dell’Associazione dei genitori”).

Vista la nota MIUR n.388 del 17 marzo scorso.

Visti gli articoli 3 e 34 della Costituzione della Repubblica Italiana

Vista la Dichiarazione Universale dei diritti Umani in merito al Diritto allo studio.

Siamo tra coloro che per i propri figli hanno dovuto richiedere alla Pubblica istruzione e hanno ricevuto il personal Computer coperto da fondi ministeriali, imprescindibile per l’attività scolastica: “didattica a distanza”, che rimane, al di là di altre considerazioni, al momento l’unico sistema che può consentire il mantenersi della relazione tra insegnanti e studenti e l’esercizio del diritto allo studio dei ragazzi.

Visto e considerato che il nostro contratto di comodato d’uso del PC è relativo ad un periodo dal 7 aprile al 30 giugno di quest’anno, ma attualmente non c’è un piano che preveda la ripresa delle sole lezioni scolastiche frontali in presenza a settembre.

Letti i criteri di assegnazione ai richiedenti di questi devices per quanto riguarda l’i.c.s. Allende di Incirano, essendo direttamente a conoscenza di famiglie e concittadini/e della nostra scuola che sono tutt’ora in difficoltà a seguire le lezioni online e senza strumenti sufficienti per tutti i figli o in condizioni di svantaggio nel poter cogliere le opportunità di aiuto e avanzare le proprie istanze, ci premerebbe essere informati sulla situazione generale delle famiglie padernesi rispetto all’avvento della DAD.

Le video lezioni agli alunni delle nostre scuole sono un argomento continuamente dibattuto negli spazi di confronto (data la ridotta socialità si parla di facebook, whatsapp e via dicendo) tra genitori, insegnanti e la restante comunità, comprese associazioni e altri coinvolti, sicuramente uno stato di stress e di smarrimento per una condizione inedita da reinventare ogni giorno permangono in molti, se non nella maggioranza di noi, a tutti i livelli. Molte famiglie stanno denunciando di sentirsi troppo isolate, sovraccariche e di necessitare un maggiore supporto sociale e psicologico, sono infatti in aumento le richieste di accesso a terapie di supporto a causa di ansia e disagio familiare.

Soprattutto le mamme si trovano costrette a lamentare il fatto che la didattica è spesso disorganizzata e alle volte poco attenta ai ritmi e alle diverse realtà dei nuclei familiari.

Non è raro per nessuno che frequenti le scuole il capitare che la lezione del proprio figlio o della propria figlia con l’insegnante sia interrotta nel suo pieno svolgimento da un’improvvisa carenza di gigabytes. E sono i genitori, di tasca propria, a dover sopperire acquistando traffico internet, le soluzioni che arrivano dal MIUR su questa cosa e l’opzione di fare affidamento sulla scontistica propaganda dalle compagnie telefoniche sono inadatte al caso e insufficienti.

Così i bandi regionali, che sono stati formulati sulla base di criteri come la residenza anche pluriennale nella sola regione Lombardia, che comunque si rivolgono a quanti possano anticipare l’acquisto del necessario per l’e-learning, ma che soprattutto tagliano fuori la fetta già maggiormente a rischio: coloro che tirano avanti con il lavoro occasionale, scarsamente inquadrato, privo di garanzie.

In che percentuale le famiglie di ogni istituto della città hanno fatto richiesta dei tablet per i propri figli/e e quante di queste hanno potuto essere aiutate con il comodato del computer?

Cioè, in che numero di studenti una parte della nostra popolazione si trova direttamente esposta al rischio di rientrare in una fascia di emarginati scolasticamente dispersi? Con tutto ciò che ne conseguirà per loro e per la società in futuro? Tenendo presente che la disponibilità di tablet di una singola scuola non arriva e non arriverà con il contributo completo neanche a 40 pezzi? Si tratterebbe di capire se adesso tutti quelli disponibili siano stati consegnati, perché ormai la fine dell’anno scolastico è alle porte.

Vorremmo conoscere che progetti in sostegno alle famiglie siano adesso allo studio per il “dopo” 30 giugno e se vi sono adesso bambini che non hanno uno strumento perché devono dividerseli con uno dei loro fratelli, o peggio, non lo possiedono proprio, come si pensa precisamente di aiutarli dopo tale data se, come è probabile, il problema rimarrà?

Per il momento nemmeno il rimborso della quota pre-post scuola è già un palliativo finanziario già tangibile per i cittadini interessati.

Anche nel caso di altri istituti, oltre alle Croci, sappiamo che i Comitati dei genitori, siano o meno “associazioni” da statuto, però dispongono di un fondo attivo di bilancio. Perché non impiegarlo nell’acquisto di tablet per i ragazzi documentando pubblicamente questo onorevole (ma dovuto) intervento, perché non sensibilizzare in tal senso la direzione di questi enti privati, cercando di favorirne un ruolo non caritatevole ma sociale? Visto che sostengono di voler rappresentare i genitori. Non solo loro, naturalmente, hanno dei doveri, anche le Amministrazioni comunali, o almeno è ciò di cui siamo convinti.

Per quanto riguarda l’agognata ripresa delle lezioni “in presenza”, qualcuno propone di suddividere gli studenti in piccoli gruppi e utilizzare i parchi delle scuole e cittadini ma questo è sufficiente?

A parte gli eventuali centri estivi, si sta pianificando altro, magari di genere ricreativo-didattico, che comporti l’impegno di risorse come i servizi educativi? (potenziati secondo gli annunci di qualche mese fa, avendo corretto i criteri economici del bonus libri).

Perché in effetti esiste un bacino di studenti che per disabilità e deficit psicofisici e nelle abilità sociali è nell’impossibilità di essere coinvolgibile nell’e-learning. Ciò che maggiormente angoscia le famiglie è anche la fine del lockdown, quando si dovrà tornare al lavoro senza sapere come potranno aver cura dei propri figli/e, vorremmo poter approfondire l’argomento discutendo di che interventi la nostra amministrazione metterà in campo, dai trasporti dei bambini da e verso le scuole, alla loro custodia se gli orari delle scuole subiranno modifiche da essere incompatibili con le possibilità dei genitori di recarsi a ritirarli?

Chiunque abbia banalmente nulla di più che occhi per vedere sa che i cortili delle nostre scuole, fino adesso, sono stati il luogo, per forza di cose, di riunione di ultrasessantenni preposti all’accompagnamento a casa dei bambini.

Non crediamo sia possibile pensare che i congedi istituiti per madri e padri finora siano l’unica soluzione per lavoratori e lavoratrici che si ritroverebbero al 50% del reddito, in condizioni cioè che ricadrebbero sul pagamento degli affitti, bollette e sulla tenuta economica del territorio.

Poi c’è il problema delle connessioni, molti non hanno rete o wi-fi a casa e anche le Amministrazioni locali, le associazioni, le biblioteche, i quartieri, non potrebbero essere non occasionalmente, ma in modo pianificato, coinvolte nel comodato d’uso di strumenti e chiavette internet, anche con iniziative commerciali gratuite o a prezzi puramente simbolici?

Pensiamo che ogni amministrazione comunale debba farsi carico del fatto che ogni studente, non uno di meno, fin da ora abbia tutti gli strumenti informatici per esercitare appieno il proprio diritto allo studio.

Siamo ben consapevoli che la situazione è drammatica per l’emergenza sanitaria in corso e il lavoro delle amministrazioni è messo a dura prova.

Fiduciosi della volontà di confronto di questa amministrazione che è stata ritenuta dai cittadini che l’hanno eletta una maggioranza “per” la partecipazione, per i diritti civili e per il dialogo.

La scuola non può, non deve diventare una TV “on-demand” ricaricabile alla fine dei giga!

 

Comitato per la Scuola Pubblica Paderno Dugnano

Sinistra Alternativa Paderno Dugnano