Nei giorni delle distanze i nostri pensieri inseguono tutte le lavoratrici e i lavoratori nei loro luoghi di lavoro, le donne e gli uomini senza un lavoro dignitoso, la variegata moltitudine nella rete del precariato sociale, i migranti sfruttati senza diritti.
Reclamiamo lavoro, diritti, reddito di base e condizioni di sicurezza per la salute in tutti i luoghi della produzione materiale e immateriale.
E’ inaccettabile pensare che “tutto sia come prima”.
Non regaleremo salute e diritti per i profitti dei soliti ingordi!
E allora, che sia un Buon 1 maggio.