Vasche di laminazione: contraddizioni dell’opera idraulica

Sempre in tema di vasche di laminazione, ci sembra utile riportare l’articolo postato il 14-06-2022, sul sito di Qui Paderno Dugnano, che mette decisamente in risalto le contraddizioni dell’utilità o meno di un opera che senza una preventiva discussione con i cittadini, va a incidere in modo rilevante sull’ambiente e sul nostro territorio.

In attesa che anche la “progettazione partecipata” concluda il suo percorso il 22 giugno affrontando i veri temi cruciali delle vasche di laminazione pubblichiamo un contributo critico di Ottorino Pagani. I Comuni di Paderno Dugnano, Limbiate e Varedo non sembrano aver posto alcuna osservazione critica al progetto che risulta ormai molto datato e forse inutile. Noi continuiamo ad ospitare pareri che val la pena ascoltare.

“L’effetto, già visibile, del cambiamento climatico in corso sulla portata del torrente Seveso suggerirebbe una rivalutazione del carico idraulico complessivo nell’arco dei prossimi anni per predisporre un adeguato “Piano di adattamento climatico” dei Comuni dell’asta del Seveso che, considerando l’estendersi dei periodi siccità, dovrà salvaguardare la risorsa più importante per l’umanità: l’acqua. Una evidenza di questa necessità è il tracollo del 44,2% nella produzione di energia idroelettrica italiana (ubicata prevalentemente sulle Alpi e Pre-Alpi) nel primo trimestre 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021 a causa di uno degli inverni più siccitosi di sempre. Una situazione che, secondo gli esperti, comporterà un deciso cambiamento nello sfruttamento di questa importante fonte di energia rinnovabile: le parole chiave saranno “accumulo” e “sinergia con le rinnovabili” per pompare nei serbatoi a monte l’acqua che inizia a scarseggiare per la riduzione delle precipitazioni nevose e lo scioglimento dei ghiacciai. E la battaglia dell’acqua tra Veneto e Trentino Alto Adige preannuncia le discussioni che ci aspettano: il Veneto avrebbe voluto che gli invasi fossero aperti per portare acqua all’Adige. Le due province autonome di Trento e Bolzano si sono opposte, spiegando che devono soddisfare le richieste dei concessionari Alperia e Dolomiti Energia per la produzione di energia elettrica …

A questa contraddizione di fondo del “vetusto” progetto delle “vasche di laminazione”, si aggiunge il “paradosso dell’imbuto”, ben descritto nel documento “Progetto strategico di sotto bacino del torrente Seveso. – Contratti di fiume – ERSAF – Regione Lombardia:

  • il corso d’acqua, fin dall’ingresso nel territorio comunale di Milano, è tombinato con capacità di deflusso (stimata in 30÷40 m3/s e limitata da vincoli a valle) assai inferiore rispetto all’apporto di monte.
  • a Palazzolo la portata in arrivo dal bacino di monte può, in caso di piena, essere scaricata nel CSNO la cui capacità di smaltimento, tuttavia, non è sufficiente a consentire la riduzione delle portate entro il valore compatibile con la capacità di deflusso del tratto tombinato di Milano. la portata, per di più, dovrebbe essere azzerata per consentire l’immissione degli scaricatori degli impianti di depurazione che recapitano nel Seveso a valle della derivazione (scarichi di Cusano Milanino, Cormano, Bresso e Cinisello Balsamo) che complessivamente ammontano a 58 m3/s e sono da soli in grado di saturare la capacità di deflusso del tratto e provocare piene significative senza alcun contributo del bacino di monte. Questa marcata insufficienza nei confronti sia di possibili piene “naturali” provenienti dal bacino di monte, sia di possibili piene “antropiche” dal bacino urbano di valle, rappresenta la principale causa dei dannosi allagamenti che si producono nella zona di Niguarda a Milano e lungo tutto il tratto di Seveso compreso tra Cusano Milanino e Milano.”

Inoltre, “La paratoia sul Seveso a Palazzolo, in corrispondenza della presa del CSNO, viene movimentata sulla base di uno specifico protocollo ratificato nellambito dellAccordo di Programma per la salvaguardia idraulica e la riqualificazione dei corsi dacqua dellarea metropolitana milanese”, sottoscritto tra la Regione Lombardia, lAutorità di Bacino, lAIPo, la Città Metropolitana di Milano e il Comune di Milano. Tale protocollo, predisposto dalla Protezione Civile di Regione Lombardia, impone la chiusura totale della suddetta paratoia e lazzeramento delle portate del torrente a Palazzolo ogni qual volta viene emessa dalla Protezione Civile medesima unallerta per rischio idraulico” o per Temporali forti”, di grado Giallo o superiore, nellarea omogenea identificata con IM-09 nodo idraulico milanese”. Tale regola sarà sottoposta a revisione solo dopo lesecuzione, anche parziale, delle opere previste dalle vigenti pianificazioni di bacino per il raggiungimento dellassetto di progetto del Seveso.”

Questa situazione paradossale sollecita alcuni dubbi, sia sull’utilità della vasca di Bresso che ha una capacità di soli 250.000 m3, che sulla necessità idraulica delle vasche di laminazione a monte della paratoia sul Canale Scolmatore di Nord Ovest (CSNO) di Palazzolo Milanese, dubbi consolidati dalle evidenze degli ultimi anni nei casi di forti precipitazioni con conseguente allagamento solo della zona di Niguarda.