” Ora o mai più”! Oggi parla un insegnante.

“Non si accende nemmeno una lampadina senza il permesso dei lavoratori.
Non si apre un’aula, senza il permesso degli insegnanti”.
Durante il lockdown i lavoratori impossibilitati a lavorare sono andati in cassa integrazione o, ove possibile, in smart working regolamentato.
Alla fine del lockdown, con la ripresa delle attività, chi è tornato al lavoro al pubblico è stato tutelato con misure di distanziamento, barriere di plexiglas, ingressi contingentati, misurazione della temperatura, sanificazione ecc.
Nella scuola invece durante il lockdown abbiamo lavorato da casa a nostre spese, improvvisandoci e-teachers senza limiti orari o tutele contrattuali.
Ora che dovremmo rientrare lo faremo senza alcuna tutela se non una mascherina, pur in presenza di classi numerose in spazi chiusi e angusti…e questo dopo 6 mesi di chiacchiere in tv.
Chi impaurito chiede di riprendere la DaD intende sostituire il treno con un triciclo, sta snaturando e demansionando il proprio lavoro proponendo come soluzione quella che è stata solo una toppa emergenziale provvisoria.
Così facendo inoltre spiana il terreno a chi ci ha messo in queste condizioni dopo mesi di vuoti proclami e promesse, coprendo col nostro ennesimo sacrificio l’inettitudine e le falle di una gestione scriteriata.
Dobbiamo smetterla di assumerci oneri e responsabilità che non sono le nostre alleggerendo quelle di chi ci malgoverna…siamo professionisti, non carne da macello né martiri e non dobbiamo accontentarci delle briciole ma pretendere ciò che ci è dovuto esattamente come gli altri lavoratori.
Altro che DaD, vi piacerebbe fregarci di nuovo eh!…la scuola si fa a scuola e se non ci viene garantita la sicurezza sul posto di lavoro e il nostro diritto alla salute si torna a casa, ma non per immolarci al pc, (no grazie abbiamo già dato), bensì per lottare e pretendere ciò che è giusto.
Antonella Currò