Il volto che cambia la città: che fine farà il commercio di vicinato a Paderno?

Abbiamo appreso, con la fine di quest’anno, che non dovendo mai mancare le luminarie sospese in periodo natalizio, l’installazione di queste nella nostra città quest’anno é stata sostenuta da una spesa diretta dell’Amministrazione comunale, che ha deciso con ciò di sostenere i commercianti, che di solito si incaricavano di offrire questo decoro alla cittadinanza, i cui guadagni sono stati compromessi dalla grave crisi sociosanitaria e dalle chiusure forzate.

Si sa che più di un piccolo negozio di Paderno é stato costretto a chiudere per problemi economici negli ultimi mesi, mentre le difficoltà degli addetti al commercio che cercano di proseguire faticosamente la loro attività sono note, vedasi il bando da 300.000 euro indetto sempre a livello locale dalla Giunta, mentre il decreto ristoro della Presidenza del Consiglio ne raggiunge una parte escludendone un altra, come segnalano anche le confederazioni delle categorie artigiane e dei commercianti.

Certo é che la situazione é molto critica, come non mancano di significare manifestazioni e interventi sulla stampa del settore di ristoratori e dettaglianti vari, per i quali ogni nuovo DPCM rappresenta una ragione di ulteriore angoscia, nell’incertezza del domani e con la possibilità di dover chiudere la serranda definitivamente per il rischio di eccessivo indebitamento e la prospettiva di non vedere un cliente anche per le restrizioni alla mobilità.

Nonostante lo scenario qui descritto e tristemente noto, a Paderno Dugnano da anni la grande distribuzione già presente si moltiplica con nuove strutture che invadono non solo tutti i quartierei ma, con più avamposti, si direbbe buona parte di spazio a disposizione tra le strade con nuove strutture, nuovo cemento per parcheggi, nuovo traffico e nuove code di auto.

L’ attenzione ai negozi di prossimità é un idea che qui sembra essere rimasta tra gli slogan preelettorali e tra i messaggi di assessori che puntano alla “responsabilità dei cittadini” perché si rivolgano al negozio sotto casa, per quanto la scelta non dipende solo da quella, ma dal fatto che, se messo alle strette dalla crisi, un piccolo esercente più facilmente sarà costretto ad imporre un rincaro dei suoi prezzi.

Gli ultimi enormi supermercati qui aperti in ordine di tempo sono i supermercati U2 (così darà lavoro , precario e sottopagato, ad altre persone che potranno ringraziare il comune) in via Generale dalla Chiesa e il Gigante in via Erba.

Ma facendo un breve conteggio gli esercizi della grande distribuzione che ci riguardano e che marcano tutta la città dal centro ai confini sono numerosi: Gigante, Carefour, Carefour Market, U2, MD, Unes, Lidl, Eurospin. Non si sentiva il bisogno di un nuovo colosso della distribuzione che alla fine andrà a compromettere il piccolo commercio residuo rischiando di travolgere anche i minimarket di servizio per le case di cooperativa edificatrice un punto di riferimento per le persone anziane sia per i rifornimenti che per un momento di socialità.

Quali sono i piani per il commercio a Paderno rispetto alle catene che hanno più di un grande negozio sul territorio, ad esempio l’Unes che è già in via Cesare Battisti e che serve un intero, popoloso, rione?

Non c’è modo di discutere e divulgare informazioni tra i cittadini, anche e soprattutto perché, pur richiesti, non ci sono molti spazi e ambienti per il diritto di riunione né di assemblee pubbliche e se pur fatto meno grave anche quelli su facebook (vedi gruppi di paese) che sono sotto il monopolio antidemocratico di amministratori virtuali di destra.