Fontana e Gallera, sono i responsabili della morte di 16.800 cittadini lombardi e di 95.768 contagiati, di centinaia di operatori sanitari e di lavoratori contagiati e morti nel nome del profitto. La loro gestione è un crimine contro l’umanità che ha prodotto una strage unica al mondo. Hanno avuto dei complici per fare tutto ciò, ovvero l’Assolombarda e la centrale di acquisti della Regione Lombardia ARIA SpA .
Hanno causato un danno a tutti attraverso la commessa di milioni di mascherine inutilizzate, perché inadeguate e rifiutate dagli operatori sanitari ed oggi accatastate in magazzini sperperando 8 milioni di euro pubblici per reclamizzare la filiera di produzione Lombarda ovvero la Fippy S.p.A che fa pannolini.
“ Casa Fontana” nuovo show dopo “casa Vianello” assegnava all’azienda del cognato e della moglie di Fontana la Dama S.p.A una commessa senza gara, poi diventata una donazione di una azienda che non poteva accedere a tali commesse perché avrebbe dovuto sottoscrivere il protocollo previsto da ARIA SpA che non aveva conflitti di interessi con la Regione Lombardia ( la moglie ed il cognato).
Questa associazione criminale di stampo leghista addirittura ha costruito un ospedale inutile, esclusivamente per propaganda politica, nei padiglioni della ex fiera di Miano costato 21 milioni di euro dove la vicepresidente dell’ente è la capa della segreteria di Fontana nonché ex compagna di Salvini con cui ha un figlio e dove nell’ex consiglio di amministrazione c’era proprio lui, Fontana.
In Lombardia hanno trasformato il diritto alla salute e alla vita nell’ennesimo business da cui trarre profitto basti pensare alla strage di anziani nelle RSA dove hanno trasferito malati covid. Hanno lavorato in perfetta continuità con le politiche del pregiudicato Formigoni e di Maroni continuando a fare affari sulle nostre vite.
Sulle ruberie padane a marchio leghista ci sono stati arresti di Direttori Generali, faccendieri, assessori della Sanità, i fascicoli dei Tribunali sono pieni e spesso hanno spalancato le porte delle carceri senza rimuovere però il meccanismo del malaffare, la concorrenza tra pubblico e privato e le poltrone.
Adesso però è ora di dire: “adesso basta” di promuovere un’azione unitaria che produca le dimissioni di questi malandrini. Iniziamo a parlarne a confrontarci e a cercare senza la gara a chi indice prima degli altri la cacciata a metterci in rete a parlarne ad agire, tutti insieme se vogliamo vincere dobbiamo essere uniti.
Riccardo Germani
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