Pre e post scuola a Paderno Dugnano e Senago: abbiamo un problema

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

A differenza degli altri anni nella nostra zona non può ancora partire il consueto servizio di pre e post scuola per bambini e ragazzi delle scuole di infanzia e primarie.

A comunicarlo è il Comune di Senago, seguito subito dopo da quello di Paderno Dugnano: “Al momento, non si rende possibile attivare il servizio di pre e post scuola.Ciò in conseguenza delle stringenti norme organizzative relative all’emergenza sanitaria Covid-19 in corso. L’attuale normativa, infatti, impedisce di aggregare gruppi di ragazzi appartenenti a classi diverse”.

L’oggetto delle discussioni che si sono svolte tra i Dirigenti scolastici e le Amministrazioni Comunali in questi giorni è stata infatti l’incompatibilità tra l’esigenza di mantenere entro le scuole le cosiddette “bolle” e cioè i gruppi di persone appartenenti ad una stessa sezione e le modalità con cui le attività di custodia dei bambini da parte delle cooperative possono svolgersi: in base a quante famiglie richiedono il servizio, gli alunni di più classi diverse vengono in contatto in quanto mescolati insieme.

Questo ad oggi, ascoltando le motivazioni dei Comuni che riportano le indicazioni dei protocolli e che di conseguenza per il momento stanno posticipando, non di pochi giorni, la ripresa del servizio.

I genitori dei ragazzi delle scuole dei due comuni per più della metà dei casi sono entrambi lavoratori, più o meno regolari, alle dipendenze di aziende private. A questi vanno aggiunti i genitori che svolgono il lavoro di insegnante o altra attività nel settore pubblico, quanti sono titolari di attività in proprio, i genitori single, coloro che non vivono in famiglie “allargate” con i nonni disponibili all’affidamento dei nipoti per le loro esigenze. In tutto ciò, giustamente, ci sono madri che date le circostanze recriminano :” al datore di lavoro poco importa che i Comuni non riescano a fornire il servizio”.

Molti utenti, poi, sono ancora in attesa del rimborso, da parte degli uffici comunali, del servizio pagato l’anno scorso e non goduto.

Praticamente quello che si prospetta, da qui alla ripresa del servizio, é (al momento) un mese di disagi enormi, con rischi che arrivano alla possibilità per alcuni e soprattutto per alcune mamme di compromettere la propria posizione lavorativa.

La popolazione é nuovamente in parte allo sbando per le difficoltà di organizzare la gestione dei bambini e viene difficile pensare che ci si possa limitare a sorridere augurando ai cittadini buon anno scolastico.

Per capire la situazione del pre e post scuola, non così banale, inoltre, va considerato il funzionamento dei servizi educativi anche sotto altri aspetti. L’educativa pre e post scuola nei nostri comuni si attiva a gara d’appalto, un sistema già oggetto di discussioni nel corso degli anni.

Infatti le lamentele sul servizio e i suoi ritardi non sono nuove, a prescindere dall’imprevedibile evento Covid 19 che ha colpito il nostro paese, ormai più di 6 mesi fa (non c’era tempo per organizzare altro? Censire spazi sociali da utilizzare per creare alternative? Sappiamo che al 5 – settembre, alcuni educatori non avevano ancora la propria assegnazione sulle scuole di destino).

I Comuni non scelgono più da anni di organizzare al loro interno direttamente alcuni servizi, come per esempio la mensa scolastica e l’educativa, preferiscono esternalizzarla, in altre parole, preferiscono scaricare i costi su un’azienda privata istituendo le “gare”di appalto, che abbattono moltissimo il costo del lavoro e ovviamente di conseguenza la qualità del servizio, pur vantando, almeno a Paderno Dugnano, la presenza di educatori bravissimi e totalmente dediti ai ragazzi.

Tutto questo ha un’attinenza con il problema del mancato inizio del servizio pre e post scuola? Ovviamente si.

La situazione é dunque regolata unicamente dalle leggi di mercato, l’anello finale dell’appalto, l’azienda che fornisce il servizio, é più appetibile costando meno, quindi punta al taglio del costo del lavoro che, traducendosi in condizioni svantaggiose per lavoratori ,provoca il turn over elevato e il fatto che le cooperative coprono sempre il fabbisogno di educatori per il minimo sindacale, e sono cronicamente sottodimensionate o con organico appena sufficiente. Un meccanismo che in ogni caso è sempre fin troppo facile ad incepparsi. Lo prova il fatto che le educatrici e gli educatori (se pur quelli che svolgono il servizio di “scolastica”, cioè l’assistenza direttamente sull’alunno in classe, però alle dipendenze delle stesse Coop) si ritrovano anche adesso con 4 scuole da seguire a testa.

A costo di apparire semplicistici non c’è altro da dire che l’unica soluzione in una situazione del genere sarebbe aumentare fino a rispondere a tutta la domanda (in sicurezza) le assunzioni di educatori.

I comunicati che arrivano dagli assessorati infatti non sottolineano il particolare che il servizio di educativa domiciliare e pre e post nel 2020 si sono fermati lo scorso febbraio a causa del lockdown. I lavoratori sono rimasti a casa in FIS oppure con il sostegno dell’assegno di disoccupazione, per cui, questo evento ha già probabilmente prodotto un risparmio alle aziende .

Domanda: avendo già stanziato i fondi (ma non ha però dovuto reperirne di nuovi), il Comune ha potuto contare su un risparmio derivante da questa situazione?

A Paderno Dugnano, l’ultimo Piano per il diritto allo studio, introducendo anche un limite al diritto di richiedere il bonus libri (con un calo delle domande che lo scorso anno scolastico è stato maggiore del 50%), aveva previsto che i servizi educativi, come alternativa a ciò, sarebbero stati potenziati.

È possibile, visti anche altri aiuti destinati alle amministrazioni locali, fare uno sforzo maggiore nell’interesse dei cittadini, o si dovrà scaricare tutto sugli ultimi anelli della catena?

Speriamo che i nonni, su cui molti dovranno fare affidamento e che avrebbero dovuto, nelle promesse, essere tutelati evitando troppi contratti, vengano considerati persone e non ammortizzatori sociali.

Comitato per la Scuola Pubblica