No al taglio del parlamento.

QUESTA RIFORMA NON ELIMINA PRIVILEGI MA «TAGLIA» IL PARLAMENTO.

Basata su motivazioni demagogiche, fragili, incongrue, condizionerebbe gli equilibri Istituzionali, la rappresentanza, la partecipazione di soggetti politici ai lavori parlamentari,   il “peso” del voto dei cittadini secondo la Regione di provenienza. Svilisce ulteriormente il Parlamento: recuperiamone la centralità!

quando si vuole diminuire l’importanza di un organo rappresentativo s’incomincia sempre col limitarne il numero dei componenti…
Umberto Elia Terracini – Presidente Assemblea costituente

“D’altra parte il numero dei componenti un’assemblea deve essere in certo senso proporzionato all’importanza che ha una nazione, sia dal punto di vista demografico, che da un punto di vista internazionale. Non è, come ha accennato l’onorevole La Rocca, che si vorrebbe conservare l’attuale numero dei deputati per rispetto ad una tradizione, ma perché la diminuzione del numero dei componenti la prima Camera repubblicana sarebbe in Italia interpretata come un atteggiamento antidemocratico, visto che, in effetti, quando si vuole diminuire l’importanza di un organo rappresentativo s’incomincia sempre col limitarne il numero dei componenti, oltre che le funzioni. Quindi, se nella Costituzione si stabilisse la elezione di un Deputato per ogni 150 mila abitanti, ogni cittadino considererebbe questo atto di chirurgia come una manifestazione di sfiducia nell’ordinamento parlamentare. Quanto all’osservazione fatta dall’onorevole Nobile circa l’alto costo di un’assemblea parlamentare numerosa, rileva che, se una Nazione spende un miliardo in più per avere buone leggi, non si può dire che la spesa sia eccessiva, specie se le leggi saranno veramente buone ed anche se si consideri l’ammontare complessivo del bilancio in corso.” Umberto Terracini – Dai verbali della seconda Sottocommissione della Commissione per la Costituzione, 18 settembre 1946.