“Libertà è partecipazione”: riapriamo i consigli di quartiere

Una canzone di Giorgio Gaber diceva “LIBERTA’ E PARTECIPAZIONE”, dovessimo stare a quella frase dovremmo dire che a PADERNO DUGNANO non siamo liberi, non c’è libertà.

Si perché la partecipazione necessita di luoghi e spazi dove poterla praticare.

A cosa ci riferiamo? Al fatto che, in una città di 47.000 abitanti su di una superfice molto ampia, esiste, o meglio è disponibile, una sola sala pubblica dove svolgere attività di coinvolgimento della cittadinanza organizzata da forze politiche e associazioni.

Una volta esistevano sul territorio, in ogni quartiere, le sedi dei comitati di quartiere, appunto.

Poi, con responsabilità che attengono sia al centro sinistra che al centro destra, queste strutture sono state annullate dal punto di vista istituzionale, cioè sparivano i ”comitati” che potevano svolgere una funzione di analisi e di proposta sulla gestione della cosa pubblica portata avanti dalla Giunta Comunale, così come luoghi di informazione per la cittadinanza su tutte le materie che potevano riguardarla.

E’ democrazia anche questa, o no?

Ed è forse per questo che le Giunta di centro destra si sono affrettate a cedere addirittura le sedi.

Risultato è che rimane la ex sede del Comitato di quartiere di Cassina Amata, agibile ed utilizzabile, mentre quella di Calderara è considerata inagibile, ma non viene attivato nessun intervento minimale per poterla rendere utilizzabile.

Ora da giugno 2019 è cambiato il colore politico della Giunta, siamo in presenza di un centro sinistra.

È possibile chiedere che partano quei piccoli interventi utili a ripristinare l’agibilità della sede di Calderara?

Nel frattempo pensiamo che si possano ricercare soluzioni che rispondano alla stessa esigenza anche negli altri quartieri.

Occorre agire per favorire la partecipazione, e i luoghi e gli spazi sono strumenti importanti per l’affermazione della democrazia.

Questa risposta non ha bisogno di grandi discussioni tra maggioranza e opposizioni, si tratta di segnare il discrimine tra chi si spende per allargare gli spazi di democrazia e chi invece ritiene che questo sia un laccio, un fastidio per poter fare quello che vuole.