Il tweet di Cottarelli sulla scuola, campanilismo pieno di sciocchezze

Ecco come, in poche righe, Carlo Cottarelli è riuscito a denunciare la sua ignoranza circa un settore-chiave del paese di cui farebbe meglio a non occuparsi.

 

 

 

 

 

 

 

 

Sappiamo che il vero populismo è quello della cosiddetta “classe dirigente” neoliberale che non solo ha fatto avvitare il paese in una spirale d’impoverimento e di mancanza di prospettive future, ma continua imperterrita a sparare pubblicamente delle immani scemenze su ogni argomento, dall’energia alla ricerca, dalla politica estera alla scuola.

Perché Cottarelli dice scemenze, solleticando uno sciocco campanilismo?

In primo luogo l’elevata percentuale di successi all’esame di stato è diretta conseguenza della normativa, che impone che solo gli studenti senza insufficienze siano ammessi alle prove. Dunque rari sono i casi di ammissione con il cosiddetto “voto di consiglio” su una materia che non è risultata sufficiente allo scrutinio finale ma che il consiglio di classe considera non pregiudicare l’esito degli esami.

Accanto a ciò, in secondo luogo, si consideri che le commissioni erano tutte interne e che la seconda prova era di competenza dei singoli istituti (prova generale di autonomia differenziata?), per cui sarebbe stato sconcertante se i docenti di un dipartimento di matematica e fisica, o di lettere, o di ragioneria di un istituto avessero predisposto una traccia non alla portata della media degli studenti, cosa che invece può capitare con le tracce ministeriali.

Inoltre, le tracce della prima prova erano molto rispondenti ai percorsi standard dell’ultimo anno, e abbordabili dalla maggior parte degli studenti.

In terzo luogo, le ordinanze ministeriali relative all’esame hanno imposto giustamente un ricalcolo dei pesi tra crediti scolastici del triennio e risultati delle prove a causa del fatto che gli studenti di quest’anno vengono da due anni di scuola a singhiozzo.

In quarto luogo, come è stato denunciato da più parti e con una certa frequenza, i test Invalsi presentano dei forti bias, tali da fornire una rappresentazione non corretta del grado di preparazione degli studenti italiani.

Da più parti ci si è chiesti se i risultati dei test Invalsi non siano la pistola fumante con cui poteri estranei alla scuola ma rappresentati a tutti i livelli dell’amministrazione scolastica spingono verso ulteriori “riforme” che mirano a una sempre più accentuata privatizzazione/aziendalizzazione di fatto.

In quinto luogo, Cottarelli dovrebbe spiegare per quale ragione studenti italiani ignoranti si trovano a superare facilmente i percorsi di studio delle università straniere. Viene il sospetto che Cottarelli non abbia grande contezza del livello medio di uno studente liceale americano o inglese (i peggiori in assoluto), ma neppure tedesco, francese o austriaco. Si documenti, si faccia un po’ di esperienza e poi torni in Italia a chiedere scusa al paese.

In sesto luogo, i risultati difformi tra Nord e Sud Italia dipendono da una grande quantità di fattori, storici e culturali, su cui servirebbe fare un discorso serio e onesto, non delle sparate che rinforzano luoghi comuni di cui nessuno, se non i leghisti d’antan, ha mai sentito il bisogno.

Per esempio, bisognerebbe ricordare l’emigrazione degli studenti del mezzogiorno e delle isole verso il Centro e il Nord Italia o addirittura verso l’estero.

Quanti studenti del mezzogiorno che non hanno frequentato un ateneo del Sud hanno concluso con successo il ciclo di studi universitario? Lo sappiamo? Cottarelli porti i dati e apriamo una discussione. Altrimenti stia zitto, facendo un favore a tutti, e soprattutto al paese.

Fonte