Il punto sulle scuole a paderno: Cos’è cambiato veramente?

Intanto che le attività delle Scuole a tre settimane dalla prima campanella sembrano finalmente avviate, si fa un bilancio dei primi tre mesi effettivi di lavoro della Giunta Casati.

“Stato generale buono, c’è ancora molto da fare” questo è il titolo del Notiziario che ha riportato un’intervista all’Assessore con Delega alla Scuola della Giunta Anna Varisco.

Si é già parlato molto di rette degli asili nido e costi dei libri di testo, è difficile pensare, considerato ciò che si vede fuori dalle scuole, per le strade e ciò che si legge suo social, che le famiglie nelle condizioni più comuni abbiano percepito, dopo il cambio di Amministrazione, una svolta sui loro bilanci e sulla gestione quotidiana della realtà, conti alla mano, per l’acquisto del materiale scolastico o alla ricerca di una soluzione (che sia baby Sitter, struttura privata, amici o parenti) per custodire i bambini durante le ore di lavoro, visto che i posti nei nidi non sono aumentati, ma le disponibilità rispetto alle esigenze sono ancora limitate, come dichiara lo stesso articolo.

Abbiamo poi fatto un’indagine presso 6 cartolibrerie tra Paderno e Senago (non sono tutte, ma sono un numero che pensiamo che una mamma possa consultare senza dover passare la vita tra i preventivi), per scoprire che, solo per una lista di materiale di classe PRIMA delle scuole primarie di Paderno è impossibile spendere meno di 40 euro a bambino, zaino escluso.

Non è una cifra indifferente sommata alle numerose incombenze di una famiglia, nella maggioranza dei casi quindi si spendono sulle 100 euro (avendo più figli), mentre il “bonus” (solo libri di testo, che non è un comodato gratuito), offerto dall’Amministrazione “soccorre” solo una minoranza tra le famiglie utenti delle scuole vista l’introduzione del “tetto” ISEE.

Non è finita: in molti casi la lista dei testi necessari alle prime classi delle elementari, forse a causa di un mancato accordo per l’adozione dei testi interno ai Consigli di istituto, quest’anno per la prima volta si è “allungata” facendo sì che le famiglie hanno dovuto aggiungere un contributo di tasca propria alle cedole comunali.

Di fatto molti alunni si ritrovano due testi per le stessi materie, di cui uno può essere che non fosse nella lista di quelli coperti dai contributi comunali.

A molte famiglie piacerebbe saperne di più sulla questione, che di fatto è un caso praticamente inedito e che altera un principio che si dava per acquisto: i libri di testo sono gratuiti per le scuole primarie, ma evidentemente si può fare in fretta a vanificare gli interventi comunali costituiti dai “bonus”.

Soprattutto perché, per alcune famiglie, si è imposto un ulteriore esborso: si viene a sapere dai social che alcuni Consigli di istituto avrebbero anticipato l’orario di uscita alle scuole dell’infanzia: si impone per tanti bambini figli di mamme lavoratrici l’iscrizione obbligatoria al servizio post-scuola!

Grazie poi al risparmio derivante dalla nuova versione del “bonus libri” per le scuole secondarie, prosegue l’intervista, saranno potenziati i servizi educativi per alunni delle scuole con bisogni speciali.

Ad un primo esame però sembra che la realtà di quanti lavorano come Educatori scolastici su Paderno non abbia registrato per il momento grandi cambiamenti: suddivisi su poche ore assegnate dal comune (ma con molti casi da seguire) secondo il sistema che recentemente è stato modificato e divenuto “accreditamento” anziché gara d’appalto (che comunque complica il lavoro dei referenti scolastici per le cooperative che si trovano a gestire contemporaneamente più aziende), per coprire le richieste le Cooperative si trovano spesso costrette a tagliare le ore su un caso per aggiungerle ad un altro, con buona pace di concetti come qualità del servizio e continuità didattica.

Si potrebbe dire molto altro ancora sulla professione di Educatore scolastico, sul fatto che spesso è costretto a dividersi su più sedi di lavoro con mezzi e investimenti propri, sulle battaglie condotte da questi lavoratori anche solo per il “minimo sindacale” come il diritto alla continuità stipendiale e contributiva o perfino il diritto al pasto nella pausa nella mensa della scuola, che ancora oggi a Paderno non possono pienamente esercitare!

Considerato che attualmente questi lavoratori stanno sopperendo anche alla grave carenza di insegnanti di sostegno, senza un adeguato piano di assunzioni (e, rispetto all’organizzazione, anche in questo caso andrebbe superato il sistema degli appalti al ribasso -fonte di profitto per gli investitori- per passare ad un sistema che possa assegnare le ore dell’educativa direttamente alle Scuole) e di formazione del personale scolastico, il “cambiamento” potrà rivelarsi solo un’altra delle tante guerre tra poveri sulla pelle della Scuola.