Il nostro 25 Aprile: La Democrazia nasce dall’Antifascismo

Senza antifascismo non c’è democrazia, la nostra repubblica democratica è nata con la Resistenza, per combattere il razzismo, per la giustizia, per costruire un’Italia diversa. E la legittimazione della destra nera e fascista nasce da una crisi morale e culturale alla quale non è estranea la retorica, recitata da più parti, “dell’uomo solo al comando”. «Abbiamo già sperimentato “l’uomo forte” in Italia e non lo vogliamo più perché sappiamo cosa ha prodotto».
Sugli immigrati non dimentichiamo i “doveri inderogabili di solidarietà politica economica e sociale” sanciti dall’articolo 2 della Costituzione e afferma che non si può «respingere senza sapere dove vanno a finire le persone».
Per affermare e rafforzare la democrazia «lo Stato deve essere abitualmente e normalmente democratico e antifascista, perché non è solo la XII disposizione finale [quella che vieta “la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”] ma l’intera Costituzione italiana ad essere antifascista. E non si capisce come mai troppo spesso giudici o commissioni elettorali non intervengano contro esplicite ed evidenti manifestazioni fasciste, nonostante le leggi ci siano».
Determinante per la democrazia è poi favorire, stimolare, attivare la partecipazione vera dei cittadini e, infine, «ma prima per importanza  la trasmissione della memoria alle giovani generazioni», ma «non si tratta, come spesso si usa dire, di “passare il testimone”, bensì di correre insieme, ciascuno con le proprie esperienze, perché si senta quella “voce sotterranea”, come la chiamava Calamandrei, che nel settembre del 1943 mosse migliaia di giovani ad affrontare un’impresa titanica e utopica, quale era in quel momento quella di cambiare il Paese».