PALAZZO DELLA SANITA’ o Casa della salute ?

Come recuperare una situazione fatiscente, trasformandola in una opportunità utile per i cittadini  e rispondente alle esigenze di tutto il territorio, si tratta di far diventare il palazzo della sanità una “CASA DELLA SALUTE” .

Sulle condizioni di quel palazzo , situato in Via 2 Giugno abbiamo già avuto modo di parlare e la riassumiamo così:

  • Visto da fuori è difficile immaginare che dentro si tratta di sanità.

Quindi è importante concentrare l’attenzione  sulle condizioni della struttura, ristrutturandola o abbatterla e ricostruirla, è però altrettanto importante porre l’attenzione su cosa mettere dentro alla nuova struttura.

I tempi però sono importanti, occorre decidere in fretta di partire con il percorso decisionale.

Oltre alla struttura, che richiederà una attenzione particolare sugli interventi energetici tanto per i costi che per un indirizzo ecologico e sostenibile , occorrerà mettere in campo un lavoro particolare , tutto da costruire, per dare vita alla “Casa della Salute”.

Diciamo subito che non è una nostra invenzione, è prevista da decreti e leggi nazionali così come da leggi regionali tra le quali anche Regione Lombardia.

Leggi che oltre a prevedere ruoli e funzioni della Casa della Salute prevedono anche stanziamento di fondi per strumentazione e per creazione di servizi che riducono le pressioni sui pronto soccorso e gli ambulatori ospedalieri.

Paderno Dugnano è  una città di oltre 46mila abitanti su di una estensione territoriale di oltre 14km2 dove è presente una sola struttura ospedaliera, oltretutto privata seppur convenzionata, quindi un solo pronto soccorso costantemente congestionato.

Inoltre la carenza di medici di Medicina Generale comincia a creare problemi di sovraffollamento su quelli  presenti sul territorio e se non si trovano soluzioni questa situazione è destinata ad esplodere.

La popolazione  di  Paderno Dugnano è sempre più composta da persone anziane, il che comporta un impegno e una attenzione particolare per la loro assistenza.

Le esperienze più diffuse e consolidate della “Casa della Salute” sono in Toscana e in Emilia Romagna dove si stanno sempre più implementando , ma anche in Lombardia , a Milano, si comincia a procedere.

Si tratta di una struttura pubblica dove i cittadini possono rivolgersi durante tutta la giornata e trovare risposte adeguate, con competenza, ai bisogni di salute e di assistenza senza ricorrere ai pronto soccorso ed evitare così intasamenti, file interminabili e disagi per i famigliari.

La Casa della Salute integra in una struttura servizi di assistenza che, tramite la collaborazione di personale competente, sono in grado di offrire risposte ai cittadini nell’arco di tutta la giornata .

Ci lavorano medici di Medicina Generale, Pediatri, Specialisti , Ostetrica, Infermieri in grado di intervenire e costruendo una vera e propria anagrafe sanitaria per ogni cittadino che vi si rivolge.

Vengono integrati ed estesi gli ambulatori , compresi quelli per la prevenzione, si organizzano al meglio i Servizi Amministrativi e di Assistenza Sociale.

Il rapporto di collaborazione tra tutte le professionalità che sono presenti nella Casa della Salute consente di offrire al cittadino un servizio socio-sanitario di qualità che risponde alle esigenze che oggi sono difficili da colmare.

Sui siti web della Regione Emilia Romagna, si possono trovare le esperienze delle Case della Salute con il dettaglio dei servizi che offrono.

Come già detto il lavoro per realizzare questo progetto è notevole, quello che incoraggia è che non dobbiamo inventarci nulla, ma possiamo rapportarci con le esperienze già esistenti, quello che riteniamo irrinunciabile o comunque da non sottovalutare è il rapporto con i cittadini, è indispensabile per la comprensione, per l’importanza del progetto e per la sua realizzazione, per la partecipazione in tutte le fasi del percorso quelle decisionali e quelle di fattibilità.

Ed è anche per questo che va affrontato e risolto il problema dei luoghi di partecipazione a Paderno Dugnano, abbiamo già detto a novembre 2019, una città di oltre 46mila abitanti non può considerarsi democratica se sul territorio molto esteso è disponibile una sola sala pubblica dove poter  organizzare momenti di partecipazione promossi da partiti e o da Associazioni.

Rendere disponibili le sedi degli ex comitati di quartiere non costa praticamente nulla, se non lo si fa ci autorizza a pensare male sull’idea di partecipazione che anche questa giunta professa.