Apriamo a sinistra un dibattito sull’astensionismo.

I dati delle ultime elezioni europee, con l’ennesimo aumento del fenomeno dell’astensionismo, ci dicono che a Paderno Dugnano un cittadino su tre non si è recato alle urne, (ben 12345 elettori il 33,29%). Oltre che sul voto le analisi e gli approfondimenti vanno dunque concentrate anche sul non voto.

I sociologhi ci dicono che «Il non voto esprime sia un difetto di integrazione nella società, sia una forma di contestazione politica […] testimonia un’individualizzazione della società, una presa di distanza dalla politica, oppure ancora una forma di politicizzazione critica e negativa che porta a un utilizzo strategico della scheda elettorale ».

Secondo uno studio di Mannheimer e Sani (2001):

  • un 20% dell’astensionismo è forzoso (esiste cioè un oggettivo impedimento: lontananza dal seggio, vecchiaia, ecc) e quindi difficilmente eliminabile;
  • un 50% è dovuto ad un atteggiamento passivo (lontananza, disinteresse e scarso coinvolgimento). Quante volte durante i numerosi banchetti fatti in strada per la campagna elettorale, ci siamo sentiti rivolgere la classica frase “non mi interessa siete tutti uguali”. Da segnalare anche il non voto degli aderenti a sette religiose: Testimoni di Geova, o politiche: Lotta Comunista.
  • Infine un 30% non si reca alle urne spinto «da sentimenti di protesta che identificano una reazione attiva nel manifestare dissenso e sentimenti negativi nei confronti del sistema politico» o come azione punitiva verso la forza politica cui si sentono legati.

Pensiamo ci interessi esaminare prioritariamente soprattutto l’ultimo segmento astensionistico: un 30% che a Paderno Dugnano corrisponde a oltre 3700 cittadini.

I teorici dell’inutilità del voto, i maggiori critici della delega del voto sono gli anarchici. Pur non condividendo, tutte queste affermazioni, pensiamo sia utile al dibattito riportare alcune riflessioni che compaiono sulla loro rivista, “Umanità Nova”.

In vari scritti, si legge, di lontananza dei partiti dai problemi e dai bisogni dei cittadini, di mancanza di credibilità nelle promesse dei partiti politici, di assenza di proposte veramente alternative proposte che sono invece sovrapponibili, di mancato ascolto dei cittadini (che si può interpretare con una richiesta di democrazia diretta).

Riportiamo esattamente qualche frase presa dalla rivista:

«Al disinteresse dei governanti per le condizioni dei cittadini, i cittadini hanno risposto con il disinteresse per i giochi politici di maggioranza e di opposizione».

«Pensate davvero che una Europa solidale, basata sull’integrazione, la giustizia sociale, ecc. possa uscire da una campagna elettorale che come tutte le campagne elettorali è costruita sulla manipolazione, sulle falsità, sui colpi ad effetto, sulla pressione dei media?»

«Se si entra nel merito delle cose poi ci si accorge che su tanti aspetti le contrapposizioni tra sovranisti ed europeisti sono solo di forma e non di sostanza. Per esempio, rispetto alla politica fiscale adottata in ambito europeo si osserva come, nella ricerca delle entrate derivanti dalla tassazione degli enormi profitti delle multinazionali, i governi di qualsiasi orientamento e colore si comportano nello stesso modo».

Si invita a «non cadere nelle trappole delle false alternative e del meno peggio» e, più in generale, nella «truffa insita nel meccanismo rappresentativo».

«Se il voto non serve, però, l’astensione non è sufficiente», si continua. «Sarebbe quindi opportuno che, anziché preoccuparsi dei risultati elettorali, si cominciasse ad organizzare la mobilitazione, attraverso iniziative di propaganda e di lotta, iniziative concrete, assieme alla controinformazione».

Destra o Sinistra e l’astensionismo. «Il rigetto è proprio rispetto a questi schieramenti ufficiali, oltre al percepire il sistema democratico come ininfluente sotto il profilo degli interessi sostanziali. Detta con maggiore efficacia: buona parte dell’astensionismo non crede o non crede più nella democrazia rappresentativa come regolatore dei propri interessi»         .

«la sinistra italiana ha prima illuso e poi tradito le masse (intesa come “sinistra di potere” PD ndr)» con il risultato di «riversare gran parte del proletariato dalle parti del “popolo” (Lega e 5stelle)» ma si tratta di «quell’amalgama interclassista con cui storicamente le destre, e più precisamente i fascismi, vincono sempre», «Le destre sono sempre in crescita «appena rispunta il rischio di una crisi capitalistica che possa rimettere in discussione l’ordine delle cose».

A sinistra se non pensiamo che bisogna solo “adda passà a nuttata” e continuare imperterriti l’attraversata del deserto arido di risultati e soddisfazioni, dobbiamo agire in modo che questa evoluzione/involuzione scemi facendo terminare questo ciclo storico. Tenendo anche conto che il cosiddetto “astensionismo attivo” in questa fase, finisce per essere una boutade senza contenuti.

Qualcosa si deve pur tentare di fare. Per alcuni basterebbe che i partiti sparissero in favore delle liste civiche: nella tornata amministrativa a Paderno ben otto sulle tredici liste si presentavano sotto questa forma. I dati sull’astensionismo li hanno clamorosamente smentiti.

Probabilmente, invece la strada del contrasto all’astensionismo passa attraverso fatti ben più concreti:

  • L’organizzazione di più partecipazione ad iniziative, rivendicando spazi adeguati sui territori
  • Tenere aperti i fronti di lotta, su tematiche della salute e dell’ambiente ad esempio
  • Cercare di far arrivare le idee più alternative attraverso una comunicazione più efficace

Solo queste azioni non saranno la soluzione del problema, ma un primo successo sarà ammettere che esiste questo problema e si debba agire per risolverlo. Il dibattito continua….